Anagrafe di Varese: ufficio sotto stress già al lunedì mattina

Una lettrice, firmandosi, ci ha fatto pervenire in redazione la lettera che qui pubblichiamo.

«Al Direttore di  Vareseinluce

                                  mi permetto di scriverle per portare a sua conoscenza un fatto accaduto lunedì 30 Agosto al Comune a Varese.

Verso le ore 10 del mattino, mi sono recata presso l’ufficio Anagrafe del Comune di Varese per rifare la carta d’identità ai miei due figli. In possesso dei documenti necessari, mi reco allo sportello. Ero la prima, dopo di me solo un signore anziano arrivato qualche minuto dopo.

L’impiegata comunale,  dopo aver controllato che ero in possesso dei documenti necessari, mi chiede se avevo preso appuntamento. Ho risposto che non credevo fosse necessario e l’ impiegata mi ha detto che non poteva eseguire la pratica nonostante avessi con me pure la delega di mio marito necessaria per ottenere il documento d’identità di figli minori abilitato a consentirne l’espatrio. La ragione quindi era unicamente la mancanza di prenotazione. La prima data utile per richiedere la carta d’identità dei miei due ragazzi mi è stata quindi fissata dall’impiegata per il 29 Settembre.

Nemmeno il signore che era in coda con me è stato fortunato. L’impiegata comunale ha chiesto al signore se aveva richiesto un appuntamento e l’uomo ha risposto “ho deciso di venire di persona, perché alle continue telefonate che ho fatto per chiedere un appuntamento nessuno ha mai risposto”.

Identica osservazione ha fatto una signora con bambino lamentando di non avere avuto risposte telefoniche.

Il signore si è allontanato senza aver risolto il problema e mentre mi dirigevo verso l’uscita ho sentito l’impiegata rivolgersi al suo collega affermando “di avere bisogno di una pausa perché aveva avuto una mattina molto difficile per l’ignoranza dei varesini che non conoscono le procedure di accesso agli uffici comunali”.

L’ufficio era deserto a quell’ora. Mi chiedo e le chiedo, gentile Direttore,  fino a che punto sia possibile mandare avanti le cose in questo modo in Italia.

Probabilmente gli appuntamenti non vengono  fissati perché gli impiegati spesso sono in pausa e non rispondono al telefono che squilla?».

Gentile Signora, la sua civilissima lettera, a noi maliziosi cronisti, suggerisce alcune ipotesi di risposta che offriamo a lei e ai lettori.

A) L’impiegata dell’Anagrafe comunale alle 10 di lunedì mattina era ancora spossata per i bagordi della domenica precedente.  A chi non può capitare di essere poco reattivi per i postumi di una precedente giornata “pesante”? 

B) L’impiegata dell’Anagrafe comunale ha un tasso di produttività in linea con quello medio della pubblica amministrazione, cioè tendenzialmente basso (questo, purtroppo, sta accadendo anche nelle banche e nelle grandi aziende). Lo stipendio alla fine del mese arriva puntuale sia per il solerte sia per lo sfaticato impiegato pubblico. Questo è uno degli annosi problemi mai risolti: nel pubblico impiego non esiste meritocrazia e chi poco fa, meno rischia di sbagliare (e faticare).

C) L’impiegata dell’Anagrafe comunale è in rotta con il sindaco e per danneggiarlo offre un servizio scarso ai cittadini, che sono i suoi veri datori di lavoro.

Ecco, al posto dell’avvocato Davide Galimberti, ci sentiremmo un tantino a disagio – e un po’ preoccupati in giorni di rinnovo del Consiglio comunale  –  con collaboratori spossati alle 10 del mattino. (A.Com.)

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